Nel settembre 1944 buona parte del territorio italiano era devastata dalla guerra. Da oltre un anno gli angloamericani ed i loro alleati erano sbarcati in Sicilia, tuttavia l’Italia era ancora spezzata in due.
La Campagna d’Italia certamente aveva ottenuto i risultati desiderati; aveva provocato l’uscita dell’Italia dal conflitto e teneva impegnate nella penisola molte formazioni tedesche sottratte dal fronte orientale o dalla Francia dove avrebbero potuto contrastare lo sbarco in Normandia per l’apertura del nuovo fronte.
Non fu però quella rapida conquista che i comandi alleati avevano ottimisticamente previsto. Si dimostrò piuttosto una lenta ed estenuante avanzata, costellata di situazioni di stallo e sanguinose battaglie di logoramento. A settembre, mentre l’8ª armata britannica impegnava il nemico nel settore adriatico, la 5ª concentrava il proprio attacco sull’Appennino e il 18 del mese il Passo del Giogo era conquistato. La Linea Gotica, l’ultima linea difensiva tedesca, era penetrata ma soltanto nella primavera dell’anno successivo il Paese verrà definitivamente liberato.
Il diorama rappresenta una plausibile scena dell’avanzata dei soldati alleati della 5ª Armata del generale Mark Wayne Clark che, dopo aver liberato Firenze l’11 agosto 1944, riprendevano la loro marcia verso nord.
Il carro medio Sherman è il mezzo che meglio rappresenta l’Esercito Americano nella Seconda Guerra Mondiale e personalmente ritengo che la versione M4A1, con il suo scafo arrotondato, sia la più affascinante. I suoi punti di forza erano costituiti dalla massiccia produzione e l’agevole manutenzione garantita da componenti standardizzati ed intercambiabili fra le molteplici versioni. Dal 1942 furono presenti in tutti i teatri del conflitto, in particolare dove erano previste operazioni anfibie. Gli Sherman, infatti, per le loro dimensioni relativamente contenute erano preferiti durante i trasferimenti via mare rispetto a carri anche più potenti.